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La normativa per la mensa diffusa

Mensa diffusa: una normativa vantaggiosa

La somministrazione del pranzo ai propri dipendenti rientra nell’ambito della normale governance aziendale ed è un aspetto rilevante per il benessere e la soddisfazione generale dei lavoratori di piccole e grandi imprese.

La mensa diffusa rappresenta una soluzione particolarmente vantaggiosa sia per le aziende che per i ristoranti.

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Cos’è la mensa diffusa

La mensa diffusa è un servizio a disposizione delle aziende che si basa, come suggerisce il nome stesso, sul concetto di mensa aziendale che però avviene in modo diffuso, ovvero tramite una rete di ristoranti e locali convenzionati.

La Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 63 /E del 17 maggio 2005 ha specificato che anche gli esercizi pubblici possono essere qualificati come mense aziendali limitatamente alle prestazioni di somministrazione di alimenti e bevande realizzate sulla base di specifiche convenzioni con i datori di lavoro.

Queste convenzioni stipulate con i pubblici esercizi per la fornitura del pasto rientrano tra le prestazioni di vitto e mense aziendali e danno origine a una tipologia di mensa definita “diffusa” in virtù del fatto che il dipendente può rivolgersi ai diversi esercenti abilitati a gestire il servizio.

Essendo, quindi, il concetto di mensa diffusa assimilabile a quello di mensa aziendale, ne garantisce anche lo stesso trattamento fiscale, come chiarito dalla circolare n. 327/97 del Ministero delle Finanze.

Normativa della mensa diffusa

La disciplina della pausa pranzo aziendale è regolata dall’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e prevede diverse tipologie e relativi trattamenti fiscali, tra cui il servizio di mensa.

Più specificatamente, sulla base di quanto espresso dall’Agenzia delle Entrate con le circolari n. 3 del 19 gennaio 1980, n. 9 del 14 febbraio 1980 e n. 25 del 13 giugno 1980, e come richiamate nella Risoluzione della stessa amministrazione n. 202 /E del 20 giugno 2002, per mense aziendali si intendono sia quelle effettuate direttamente dall’azienda che quelle la cui gestione è data in appalto ad un’impresa specializzata, con “l’obbligo assunto dall’appaltatore di fornire la prestazione esclusivamente a dipendenti del soggetto appaltante.”

In altre parole l’azienda può decidere di erogare il servizio mensa in maniera diretta oppure attraverso l’organizzazione di mense interaziendali appoggiandosi ai pubblici esercizi.

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Trattamento contributivo e fiscale della mensa diffusa

L’Art. 51. co.2, lett.c, TUIR suddiviso per tipologia di gestione della pausa pranzo chiarisce anche i trattamenti tributari e previdenziali per le varie tipologie di pranzo.

Contrariamente alle altre soluzioni quali buoni pasto, indennità sostitutiva della mensa e somministrazione del pasto direttamente dall’azienda, la mensa diffusa è l’unica che non concorre in alcun modo alla formazione del reddito.

Per questo motivo la mensa diffusa digitale è l’unico strumento che permette di ottimizzare i costi della pausa pranzo: l’intero importo, qualunque sia la cifra, è completamente defiscalizzato, superando così il limite di 8€ dei buoni pasto elettronici. Inoltre è deducibile al 100% e con IVA al 4% detraibile.

Come funziona la mensa diffusa?

Grazie alla mensa diffusa i lavoratori dipendenti possono pranzare in ristoranti, tavole calde ed esercizi commerciali convenzionati, pagando il pasto con un’app smart o tramite card dotate di badge. L’app, così come il badge, consente unicamente di identificare il dipendente e verificare il suo diritto a ricevere la somministrazione del pasto, ma non rappresenta un titolo di credito.

Il lavoratore ha diritto ad una sola prestazione giornaliera, secondo le modalità previste dalla legge o dai contratti collettivi. La normativa della mensa diffusa non consente di posticipare nel tempo la fruizione della prestazione e il dipendente che non si avvale della consumazione del pasto, non potrà recuperarlo nei giorni successivi.

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I vantaggi della mensa diffusa

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Azienda

  • 100% esentasse, senza limiti di €4 o €8 a differenza dei buoni pasto
  • Un’unica fattura per tutti i dipendenti e ad un unico interlocutore
  • Costo interamente deducibile
  • Detrazione al 100% dell’IVA con aliquota al 4%
  • Miglioramento del benessere dei propri dipendenti con pasti di qualità
  • Semplificazione della gestione dei costi.
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Esercente

  • Aumento della clientela e della visibilità grazie alla presenza di un network per la mensa diffusa
  • Controllo immediato degli incassi
  • Commissioni più basse rispetto al sistema dei buoni pasto
  • Gestione semplificata tramite app o card elettroniche senza l’uso di POS.
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Utilizzatore

  • Possibilità di disporre di un contributo pasto esente da ritenute fiscali e previdenziali
  • Possibilità di scegliere ogni giorno tra migliaia di ristoranti ed esercizi convenzionati
  • Miglioramento delle politiche di welfare aziendale e del benessere lavorativo
  • Possibilità di un reale distacco dal luogo di lavoro
  • Qualità di un pranzo al ristorante ogni giorno.

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